Day 1 – Da Canterbury a Dover

Il primo giorno di cammino si apre con un sole tiepido e tanta strada da fare per raggiungere un posto accessibile economicamente per passare la notte. La grande diversità rispetto al Camino de Santiago in questa prima fase di ricerca degli alloggi è che la ricettività non è costruita capillarmente sul business dei pellegrini (327378 solo nel 2018!), ma è molto più rarefatta, obbligando a tappe forzate, ad alloggi di fortuna o a sistemazioni costose. Ci sono comunque diversi sistemi per non svenarsi, organizzandosi un po’ prima, per esempio. Cosa che ovviamente io ho fatto solo in parte minima con un giorno d’anticipo sulle tappe, perché mi piace vivere il cammino fermandomi per la notte quando sento che qualcosa mi trattiene. Ecco questo, almeno in questa prima parte della Francigena, mi sembra poco fattibile.

Per quanto riguarda i sistemi, oltre a Booking e Airbnb, c’è una buona ricettività di Coachsurfing e, scaricando una delle app a disposizione con la lista completa nella mappa, di campeggi soprattutto in Francia.

Passiamo alla ciccia del racconto di oggi, però.

La giornata si apre con un bel sole invitante e, anche se devo aspettare le 9 per l’apertura della cattedrale di Canterbury, dove voglio ritirare la credenziale e partire esattamente dal km 0 (dove tra l’altro la segnaletica per uscire dalla città non guasterebbe), ne approfitto per portarmi avanti con l’organizzazione delle prossime ore.

Ripercorro mentalmente tutto quello che so di questa cittadina di circa 40000 abitanti: luogo di pellegrinaggio dai tempi di Sigerico che “aprì” la via Francigena per andare a Roma a ritirare la dignità Arcivescovile; il posto dove si perpetrò l’assassinio di Thomas Beckett, da parte dei sicari del re Enrico II, mentre diceva messa nella cattedrale, evento che ispirò sia le Canterbury Tales di Chaucer, dove un gruppo di pellegrini racconta storie mentre si reca da Londra alla tomba del santo, sia il testo teatrale Assassinio nella Cattedrale di T.S.Eliot.

La navata della Cattedrale
Vetrate con dettaglio su pellegrini


Scattate le foto di rito è il momento di partire attraverso la campagna del Kent, dove il cammino si apre tra campi di grano e boschetti. Il sentiero e battuto e segnalato per tutta la sua lunghezza fino a Dover. Credenziale alla mano e dal km 0, via!

 

Il cammino della giornata cammina spedito e nonostante la fatica del primo giorno con tanti kilometri (complice anche una deviazione per una strada chiusa che ha allungato di almeno 4 km il percorso) l’arrivo a Dover è una passeggiata molto piacevole

 

Il castello di Dover

Dover è una città portuale moderna, che mantiene però i segni di una storia secolare, a partire dall’epoca Romana fino alla seconda guerra mondiale. Il castello di Dover è infatti una stratificazione che parte dal faro Romano alla costruzione degli edifici fortificati medievali, il Grand Shaft, la scalinata circolare profonda più di 40 metri che permetteva durante le guerre napoleoniche ai soldati di raggiungere velocemente il porto dai loro alloggi, o i kilometri di tunnel scavati sotto al castello a partire dall’epoca romana, che diventarono bunker e sede delle operazioni militari durante la seconda guerra mondiale.

Tutto questo è molto interessante, ma scompare al confronto con la bellezza delle bianche scogliere per cui Dover è famosa

Il tempo di prendere posto nell’ostello ed è già ora di cena e di riposo, perché intanto dall’altra parte della manica intanto attende Calais, che ci aspetta l’indomani per proseguire la Via in Francia.

Un piede dopo l’altro.

Giovanni

29/07/2019

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